Per capire la pietra nel suo millenario rapporto con l’architettura dobbiamo innanzitutto chiedercicos’è la pietra in quanto materia della natura e cos’è la pietra che diventa materiale per l’architettura*. Ubiquitaria e pressoché onnipresente è la roccia intorno a noi in quanto crosta terrestre ed ossatura del mondo intero; emergendo a formare rilievi montuosi, stabilizzandosi sotto le pianure, inabissandosi a creare scoscendimenti e faglie tiene insieme ogni cosa e conferisce alla terra il suo profilo generale. Attraverso l’onnipresenza delle rocce coagulate in grandi rilievi, in quella liticità maestosa e sublime di scala paesaggistica che spesso s’impone rispetto alla figura umana, è possibile rileggere anche la nostra storia architettonica sorta a ridosso del Mediterraneo, quel meraviglioso e magico spazio acqueo all’intorno del quale si sviluppa la civiltà occidentale di cui siamo figli. Talmente forte è la coesione fra ogni tipo di pietra, le possibilità di utilizzo, la sua disponibilità, la difficoltà di estrazione e lavorazione, l'uomo che l'ha utilizzata, il paesaggio modificato da questi stessi elementi che il legame instaurato con i luoghi di origine è da sempre un "doc" naturale e garantito non tanto da convenzioni o tradizioni ma da una vocazione estrema e determinante allo sviluppo della civiltà. La pietra è testimone della cronaca quotidiana del luogo, ma racconta anche storie di uomini diversi che spesso hanno viaggiato e portato con loro le tecniche di lavorazione, le conoscenze, lo stile e l'architettura reinterpretata in funzione delle risorse naturali che hanno incontrato e dei bisogni quotidiani della comunità; utilitarismo, adattamento, ricerca, creatività, rispetto: una simbiosi di valori all'apice dell'espessione umana. Si tratta quindi di rendere comune e diffondere la conoscenza dei tanti borghi Europei che rappresentano tra le più nobili espressioni della Polis, frutto di una cultura millenaria imperniata sul rapporto di assoluto rispetto della natura, che secondo Aristotele rappresenta la prima fonte di ispirazione dell’arte e dell’estetica, da cui scaturisce il concetto di mimesi, imitazione non passiva della natura, ma espressione attiva del senso della vita. Una civiltà millenaria, dicevamo, che se pur ha affidato alla pietra il suo messaggio di eternità deve la sua esistenza ai suoi stessi abitanti che pietra su pietra l’hanno costruita. Ogni pietra rappresenta una volontà individuale, una memoria, un’emozione, una passione, così sotto ogni edificio si nasconde la pianta di un grande sogno. Il sogno di tante generazioni che si sono susseguite lasciando ai posteri un’eredità di incommensurabile pregio, ricca di opere d’arte e di ingegno, testimonianza sublime, certezza granitica, riflesso adamantino, bellezza sempiterna, capace di far vibrare le corde più profonde dell’anima e di irradiare il valore etico dell’esistenza; esistenza che, così, può diventare, essa stessa, opera d’arte.